App sanitarie: un articolo sul Bmj accende il dibattito

22 Apr 2015

Le app per tablet o smartphone dedicate alla salute hanno tutto il potenziale per migliorare il benessere della popolazione generale, secondo un articolo pubblicato suI British medical journal di questa settimana. Ma un altro intervento sullo stesso numero della rivista spiega invece che mancano sufficienti prove scientifiche a sostegno di tale affermazione, suggerendo addirittura un possibile effetto dannoso. «Le app sanitarie incoraggiano le persone ad adottare comportamenti sani che vanno dalla perdita di peso all’aiuto nella gestione di malattie come diabete e ipertensione, e alcune hanno dimostrato di migliorare i risultati di salute con un grande potenziale per ridurre morbilità e mortalità» sostiene Iltifat Husain, direttore di iMedicalApps.com, e professore associato di medicina d’urgenza alla Wake Forest school of medicine in North Carolina, citando due studi randomizzati controllati secondo cui le applicazioni mirate alla perdita di peso migliorano l’aderenza alla dieta e all’esercizio fisico rispetto ai programmi tradizionali. Ma da altri studi emergono risultati contrastanti: per esempio, le app di fitness “Fitbit” e “Jawbone” non hanno migliorato i risultati dell’esercizio fisico sulla salute di chi le ha usate, e molte altre app dedicate alla salute non hanno dimostrato alcuna utilità o efficacia. Di quest’opinione è Des Spence, un medico di famiglia che sostiene che la maggior parte sono innocue e probabilmente inutili. «Viceversa, quelle usate assieme a dispositivi indossabili che monitorizzano la frequenza cardiaca o la pressione sanguigna non sempre hanno solide basi scientifiche e spesso giocano sulle paure di una generazione morbosamente ossessionata dalla salute» aggiunge l’autore. La serie di articoli comprende un commento di Sylvia Warman, un’impiegata londinese che descrive la sua esperienza quotidiana di utilizzo dell’app FitBit One, un pedometro che misura il numero di passi e monitorizza il sonno. «L’app è più facile da usare rispetto ai pedometri tradizionali: può vedere le medie, fare confronti, e misurare le calorie bruciate» dice Warman, spiegando che l’app l’ha spinta a diventare più attiva giorno per giorno, a modificare la sua dieta e ad astenersi dall’alcol per migliorare il sonno.

BMJ 2015; 350 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h1887
BMJ 2015; 350 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h1896

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