Bisfosfonati nell’osteoporosi, l’Asbmr pubblica le linee guida per l’uso

17 Feb 2016

Un gruppo di esperti dell’American Society for Bone and Mineral Research (Asbmr) ha appena pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research una guida per l’uso dei bisfosfonati, farmaci comunemente usati nel trattamento dell’osteoporosi. Il rapporto della Task Force Asbmr fornisce indicazioni sulla durata della terapia, fornendo ai lettori una prospettiva di rischio-beneficio e includendo indicazioni per gestire le donne in post-menopausa curate con bisfosfonati a lungo termine. I 12 esperti, coordinati da Robert Adler del McGuire Veterans Affairs Medical Center alla Virginia Commonwealth University School of Medicine di Richmond e da Ghada El-Hajj Fuleihan, professore di medicina e direttore del programma sull’osteoporosi e metabolismo del calcio all’American University di Beirut, in Libano, suggeriscono che dopo cinque anni di bisfosfonati orali o tre anni di bisfosfonati per via endovenosa i medici dovrebbero rivalutare i potenziali benefici e i rischi connessi all’uso di questi farmaci.

«Il beneficio maggiore è la riduzione del rischio di fratture vertebrali, mentre i rischi più consistenti sono l’osteonecrosi della mandibola e le fratture spontanee del femore» spiega Adler, aggiungendo che nelle donne anziane e in quelle ad alto rischio fratturativo oppure con una storia di precedenti fratture osteoporotiche o durante terapia, andrebbe considerata la continuazione del trattamento orale per un massimo di 10 anni o parenterale per 6 anni, con valutazioni periodiche. Viceversa, nelle donne con rischio fratturativo contenuto gli esperti dell’ASBMR suggeriscono di considerare una sospensione del farmaco per due o tre anni ogni 3-5 anni di trattamento. «È poco probabile che sulle pazienti con osteoporosi verranno mai svolti studi clinici randomizzati e controllati di dimensioni e durata sufficienti a fornire la prova evidente che una data strategia a lungo termine porti a un minor numero di fratture» commenta Adler. Ed El-Hajj Fuleihan conclude: «Di conseguenza i medici che assistono le pazienti con osteoporosi cronica dovranno utilizzare, oltre alla scienza, la loro esperienza».

J Bone Miner Res. 2016. doi: 10.1002/jbmr.2708
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26350171

Da Doctor33

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