Diabete gestazionale, obesità peggiora il rischio di complicanze materne e fetali

31 Lug 2015

Le donne obese prima della gravidanza che sviluppano diabete mellito gestazionale (GDM) hanno un rischio maggiore di esiti avversi materni e fetali rispetto alle gestanti normopeso con GDM. Ecco i risultati di uno studio retrospettivo pubblicato su Obstetrics & Gynecology cui hanno preso parte oltre un migliaio di donne gravide con GDM confermato e obesità pregravidica, condizioni risultate entrambe associate al rischio di macrosomia, parto pretermine e disturbi ipertensivi in gravidanza.
«Le donne obese rappresentano una sottopopolazione ad alto rischio che richiede grossi sforzi per prevenire il diabete gestazionale» spiega Christina Scifres dell’University of Oklahoma College of Medicine di Oklahoma City, coautrice dell’articolo. «Tuttavia, i nostri risultati evidenziano la necessità di studi per valutare se un trattamento più aggressivo nelle donne gravide e obese con GDM sia in grado di ridurre il rischio di complicazioni a carico della madre e del feto».

I rischi materno-fetali dovuti al GDM sono infatti noti, mentre lo è meno la misura in cui la compresenza di obesità materna e diabete gestazionale può peggiorare la frequenza e la gravità di eventi avversi.
Per chiarire l’argomento gli autori hanno selezionato 1.344 gestanti con GDM che hanno partorito al Pittsburgh’s Magee-Womens Hospital in Pennsylvania da gennaio 2009 a ottobre 2012.
Tra queste, 388 donne erano normopeso in gravidanza con un indice di massa corporea (BMI) medio di 22,3 kg/m2; 319 erano in sovrappeso (BMI medio, 27,4 kg/m2); e 637 obese (BMI medio, 37 kg/m2). «Gli indicatori considerati nello studio sono stati gli esiti della gravidanza, inclusa la macrosomia fetale con peso alla nascita superiore a 4.000 g, il parto pretermine, la morbilità neonatale, l’ipertensione gestazionale e la preeclampsia» spiegano gli autori.
E nei modelli statistici di regressione multivariata aggiustati per controllo glicemico, livello di istruzione ed etnia della madre, ipertensione, parto pretermine pregresso, età gestazionale al parto e peso alla nascita, l’obesità è risultata associata in modo indipendente con la presenza di macrosomia, parto pretermine e disturbi ipertensivi in gravidanza.

Le donne obese con glicemia a digiuno superiore a 88,7 mg/dL avevano probabilità più che raddoppiate di macrosomia fetale rispetto a quelle con livelli glicemici più bassi, così come le donne con glicemia postprandiale superiore a 123,8 mg/dL. «Interessante anche il fatto che le gestanti con livelli più alti di glicemia a digiuno e postprandiale avevano anche tassi significativamente maggiori di parto pretermine rispetto a quelle con glicemie più basse» riprende Scifres, aggiungendo che le donne obese che guadagnavano più di 27 grammi a settimana dopo la diagnosi GDM avevano più probabilità di sviluppare disturbi ipertensivi rispetto a chi aumentava di peso a ritmi inferiori. «Gli obiettivi di un buon compenso glicemico per le gravide con GDM sono gli stessi delle altre gestanti, indipendentemente dal BMI pregravidico, ma questi risultati suggeriscono che una strategia intensiva di monitoraggio e trattamento in gravidanza delle donne obese con GDM potrebbe ridurre in modo significativo il rischio di complicazioni materne e fetali» concludono i ricercatori.

Obstetrics & Gynecology: August 2014 – Volume 124 – Issue 2, PART 1 – p 227-232

L’articolo su Doctor33

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