Diabete. Nel mondo tassi quadruplicati in oltre 30 anni con un costo di 825 mld di dollari l’anno. Lo studio su Lancet

15 Apr 2016

In totale le persone affette da diabete  sono oltre 400 milioni, mentre erano circa 100 milioni nel 1980. Questi i dati emersi dallo studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, in collaborazione con la School of Public Health di Harvard, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e molti enti di ricerca fra cui l’Istituto Superiore di Sanità, per un totale di oltre 500 ricercatori coinvolti. 

Le persone affette da diabete in tutto il mondo sono oltre 400 milioni, mentre erano circa 100 milioni nel 1980. Una drastica crescita che ha fatto lievitare anche i costi di questa patologia giunti a 825 miliardi di dollari l’anno. Sono questi i dati emersi da uno studio, il primo del genere, il più ampio mai condotto sul diabete a livello mondiale, dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, in collaborazione con la School of Public Health di Harvard, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e molti enti di ricerca fra cui l’Istituto Superiore di Sanità, per un totale di oltre 500 ricercatori coinvolti. L’Iss, in particolare, ha fornito gran parte dei dati italiani raccolti a livello nazionale dal 1998 al 2002 e dal 2008 al 2012, oltre ad altre indagini compiute negli anni Ottanta e Novanta.

Lo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, ha analizzato i dati di 751 studi di popolazione, condotti tra il 1980 e 2014, coinvolgendo 4.4 milioni di adulti di età superiore a 18 anni, uomini e donne, di 146 Paesi, ottenendo delle mappe interattive in grado di confrontare i dati tra Paesi.

Gli studiosi hanno dimostrato che negli ultimi 35 anni il numero di soggetti affetti da diabete è quadruplicato passando da 108 milioni nel 1980 a 422 milioni nel 2014; tale aumento è da attribuire all’incremento della popolazione mondiale, all’invecchiamento e al diffondersi di stili di vita non salutari, che hanno portato all’aumento dell’ obesità. In particolare, la prevalenza di uomini diabetici è raddoppiata – nel 1980 era il 4.3% della popolazione mondiale, nel 2014 il 9% – e le donne diabetiche sono passate dal 5% al 7.9% nello stesso arco temporale. Se questo andamento continuerà nel 2025 avremo oltre 700 milioni di diabetici e la bancarotta per molti sistemi sanitari.

“Questo studio – afferma Simona Giampaoli, ricercatrice dell’Iss e coautrice nell’indagine – ha scattato, per la prima volta, una fotografia a tutto tondo del diabete attraverso i dati forniti da studi su popolazione generale, la cui presenza del diabete è stata misurata attraverso la determinazione della glicemia a digiuno e la storia clinica. Questa patologia sta assumendo i tratti di una vera e propria epidemia a livello globale, con costi altissimi sia per gli individui che per i governi e con un’unica arma a disposizione per invertire la rotta: la prevenzione. Sebbene fattori genetici e comportamentali, come l’alimentazione durante la gravidanza e nei primi anni di vita, contribuiscano alla comparsa della malattia, un ruolo centrale lo giocano gli stili di vita a qualsiasi età. E’ quindi necessario intervenire a livello individuale e comunitario con politiche socio sanitarie adeguate che favoriscano e garantiscano la promozione e l’accessibilità verso stili di vita salutari. Va riscoperta la dieta mediterranea, varia e bilanciata, povera di zuccheri, povera di grassi di origine animale, colesterolo, sale e alcool, privilegiando prodotti quali verdure e frutta, possibilmente di stagione, pesce, cereali integrali e legumi, facendo attenzione a consumare porzioni modeste; va mantenuta una regolare e quotidiana attività fisica (sono sufficienti 30 minuti al giorno di cammino a passo svelto) e perseguita l’abolizione dell’abitudine al fumo”.

La ricerca mostra che la prevalenza del diabete è più bassa in alcuni Paesi dell’Europa nord-occidentale (dove il diabete colpisce il 4% delle donne e il 6% degli uomini), in particolare in Svizzera, Austria, Danimarca, Belgio e Paesi Bassi. La malattia è invece cresciuta drasticamente nei Paesi a medio e basso reddito, in particolare nelle isole del Pacifico, nel Medio Oriente e nel Nord Africa. I tassi più alti in assoluto si riscontrano in Polinesia e in Micronesia, dove più di una persona su cinque ha una diagnosi di diabete. In Italia gli ultimi dati sul diabete raccolti su popolazione generale dall’Istituto Superiore di Sanità tra il 2008 e il 2012 nell’ambito della Health Examination Survey riportano nella fascia di età 35-74 anni una prevalenza di diabete dell’11% negli uomini e dell’8% nelle donne; tra coloro che sono risultati diabetici, è stata identificata una quota non indifferente di persone non consapevoli di esserlo (40% degli uomini diabetici e 30% delle donne diabetiche).

Il team di studiosi ha anche calcolato il costo annuo del diabete, in termini di trattamenti terapeutici e gestione della patologia e delle sue complicanze. Costo che ammonta a ben 825 miliardi di dollari l’anno, con picchi di 170 miliardi di dollari in Cina, 105 miliardi negli Stati Uniti e 73 miliardi in India. D’altra parte è proprio qui (ovvero in Cina, Usa, India, ma anche Brasile e Indonesia) che vive la metà dei 422 milioni di diabetici del mondo. Un costo, enorme, che in realtà è addirittura sottostimato perché non tiene conto dei giorni di lavoro persi.

Da QS

 

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