Eurostat. Il tasso di natalità più elevato è in Irlanda, il più basso in Italia. L’analisi per la Giornata mondiale della popolazione

12 Lug 2017

I tassi di natalità netti più alti del 2016 sono stati registrati in Irlanda (13,5 per 1.000 residenti), Svezia e Regno Unito (11,8‰) e Francia (11,7‰). Al contrario i più bassi sono stati registrati negli Stati membri del Sud: Italia (7,8‰), Portogallo (8,4‰), Grecia (8,6‰), Spagna (8,7‰), Croazia (9,0‰) e Bulgaria (9,1‰). E nel 2016 nell’Ue nascite e morti si sono neutralizzate a vicenda e l’aumento di 1,5 milioni di abitanti è  dovuto tutto alla migrazione.

Nel 2016 nell’Ue sono nati 5,1 milioni di bambini, 11.000 in più rispetto all’anno precedente.

Rispetto a tutti gli Stati membri, i tassi di natalità netti più alti del 2016 sono stati registrati in Irlanda (13,5 per 1.000 residenti), Svezia e Regno Unito (11,8‰) e Francia (11,7‰). Al contrario i più bassi sono stati registrati negli Stati membri del Sud: Italia (7,8‰), Portogallo (8,4‰), Grecia (8,6‰), Spagna (8,7‰), Croazia (9,0‰) e Bulgaria (9,1‰).

A livello dell’Ue, la natalità netta è stata di 10 bambini per 1.000 residenti. Ma nel 2016 sono stati registrati anche 5,1 milioni di morti nell’Ue, quasi 91.000 in meno rispetto all’anno precedente.

Irlanda e Cipro (6,4 per 1.000 residenti) e Lussemburgo (6,8‰) hanno nel 2016 il più basso tasso di mortalità, seguiti da Malta (7,6 ‰), dai Paesi Bassi (8,7‰), dalla Spagna e dalla Francia (entrambi 8,8‰). Al contrario, i tassi più elevati si sono registrati in Bulgaria (15,1‰), Lettonia (14,6‰), Lituania (14,3‰), Romania e Ungheria (entrambi 13,0‰).

I dati li ha forniti Eurostat in occasione della Giornata mondiale della popolazione dell’11 luglio che, secondo quanto annuncia l’Unric, il Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite, coincide quest’anno con un traguardo importante: la nascita prevista del sette miliardesimo abitante della terra.

L’Irlanda secondo i dati Eurostat,  con un saldo naturale di popolazione di +7,1‰ è stata anche nel 2016 lo Stato membro dove le nascite hanno superato di più le morti, davanti a Cipro (+4.7‰), Lussemburgo (+3.6‰), Francia (+3.0‰), Svezia e Regno Unito (+2,7‰) e Malta (+ 2,6‰).

In tredici Stati invece il saldo è stato negativo, le morti cioè sono più numerose delle nascite:  Bulgaria (-6,0‰), seguita da Lituania (-3,7‰), Romania (-3,5‰), Croazia e Lettonia (entrambi -3,4‰) e Ungheria (-3,2‰). L’Italia presenta un saldo negativo del -2,3 per mille.

In assoluto la popolazione nel 2016 è aumentata in diciotto Stati membri dell’Ue e diminuita in dieci. Il maggiore aumento relativo è stato osservato in Lussemburgo (+19,8 per 1.000 residenti), davanti alla Svezia (+14,5‰), Malta (+13,8‰), Irlanda (+10,6‰), Austria (+9,5‰), Germania e Cipro (entrambi+7,6‰), Danimarca (+7.2‰), Regno Unito (+6.5‰) e Paesi Bassi (+6.0‰),

La diminuzione più consistente invece è stata registrata in Lituania (-14,2‰), seguita da Lettonia (-9,6‰), Croazia (-8,7‰), Bulgaria (-7,3‰) e Romania (-6,2‰). L’Italia ha ridotto la popolazione del -1,3 per mille.

Complessivamente, la popolazione dell’Ue è aumentata di 1,5 milioni di persone (+3,0 ‰) durante il 2016 e il 1 ° gennaio 2017 è stata stimata in 511,8 milioni, rispetto ai 510,3 milioni del 1° gennaio 2016. Durante il 2016, nell’Ue nascite e morti si sono neutralizzate a vicenda e il cambiamento della popolazione (positivo, con 1,5 milioni di abitanti) è pertanto dovuto alla migrazione.

Con 82,8 milioni di residenti (ossia il 16,2% della popolazione totale dell’Ue al 1° gennaio 2017), la Germania è la nazione più grande, seguita da Francia (67,0 milioni, 13,1%), Regno Unito (65,8 milioni,12,9%), Italia (60,6 milioni,11,8%), Spagna (46,5 milioni, 9,1%) e Polonia (38,0 milioni, 7,4%).
Tra il gli Stati membri rimanenti, nove hanno una quota tra il 4% e l’1,5% della popolazione dell’Ue e tredici una quota sotto l’1,5 per cento.

Da QS

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