Il documento, creato nel maggio 2012, è un piano d’azione che copre il periodo 2013-2020 con lo scopo di promuovere, prevenire, trattare e riabilitare la salute mentale.
PRESUPPOSTI DEL PIANO: cause e conseguenze della malattia mentale.
Concezione di salute come un complesso stato di benessere fisico, mentale e sociale, non solo come assenza di malattia.
Tra le cause della salute/malattia mentale vi sono anche fattori di tipo sociale, culturale, economico, politico e ambientale, quali le linee politiche adottate, protezione sociale, standard di vita, condizioni di lavoro, supporto della comunità.
Alcune popolazioni sono più a rischio di malattia mentale: chi vive in situazioni di povertà, con malattie croniche, bambini esposti a maltrattamento o “neglect”, minoranze, popolazioni indigene, popolazioni a cui vengono violati i diritti dell’uomo, lesbiche, gay, bisessuali, transgender, prigionieri e popolazioni esposte a emergenze umanitarie.
Spesso la malattia mentale porta le famiglie alla povertà: vagabondaggio e incarcerazione sono più frequenti nei malati di mente.
Come rispondono i sistemi sanitari
Nei paesi a basso e medio reddito, la maggior parte dei malati mentali gravi non riceve cure (76%-85%). Nei paesi ad alto reddito le percentuali si abbassano al 35%-50%. Un ulteriore problema è la scarsa qualità di interventi ricevuti.
Il numero di professionisti specializzati nella salute mentale è insufficiente nei paesi a basso-medio reddito.
Metà della popolazione mondiale vive in paesi dove c’è un rapporto di uno psichiatra per 200.000 o più abitanti.
La disponibilità di medicinali per i disturbi mentali è bassa.
STRUTTURA DEL PIANO D’AZIONE
Vision: un mondo in cui la salute mentale sia valorizzata e promossa, nel quale i disturbi mentali siano prevenuti e le persone che ne soffrono siano in grado di esercitare i propri diritti umani e accedere a servizi di cura appropriati culturalmente, di alta qualità e che promuovano il recupero della salute, in modo da raggiungere il più alto livello possibile di funzionamento e di partecipazione alla comunità, liberi da stigma e discriminazione.
Obiettivo generale: promuovere la salute mentale, prevenire i disturbi mentali, fornire cura, stimolare il recupero, promuovere i diritti umani e ridurre mortalità, comorbilità e disabilità nelle persone con disturbi mentali.
Il piano si poggia su 6 principi e approcci trasversali:
- Accesso e copertura universale dei servizi, senza discriminazioni per età, sesso, posizione sociale, etnia o orientamento sessuale.
- Rispetto dei diritti umani.
- Interventi evidence-based.
- Approccio orientato ad ogni stadio di vita.
- Approccio multisettoriale (che coinvolga diversi settori quali salute, educazione, lavoro, giustizia criminale, …)
- Empowerment dei malati di mente.
Lo svolgimento del piano prevede il coinvolgimento di partner a livello internazionale (gli Stati Membri) e nazionale (centri di salute mentale, organizzazioni di pazienti, familiari, di professionisti della salute, …).
Obiettivi specifici
1- Rafforzare la leadership e l’autorità nel campo della salute mentale.
I Governi hanno la responsabilità di creare dei servizi a livello istituzionale, legale, finanziario e sociale che garantiscano la salute mentale.
Target da raggiungere nel 2020:
– L’80% dei paesi avranno sviluppato o modificato i loro piani di Governo per la salute mentale e saranno in linea con i diritti dell’uomo.
– Il 50% dei paesi avrà sviluppato o modificato le leggi in materia di salute mentale in linea con i diritti dell’uomo.
Alcune azioni suggerite:
– Creare una unità di salute mentale o un meccanismo di coordinamento nel Ministero della salute.
– Sensibilizzare sulla salute mentale e i diritti umani attraverso pubblicazioni, reports.
– Aggiornare quelle leggi che stigmatizzano, discriminano e violano i diritti dei malati mentali.
– Includere i malati mentali come gruppi vulnerabili e marginalizzati che richiedono un’attenzione prioritaria e ingaggiarli in strategie per la riduzione della povertà.
– Includere esplicitamente la salute mentale nelle priorità delle politiche sulla salute.
– Supportare, creare e rafforzare organizzazioni di pazienti con disturbi mentali così come di familiari e i caregiver.
2- Fornire degli adeguati servizi di cura basati nella comunità.
Target da raggiungere nel 2020:
– ridurre del 20% il gap tra trattamento e servizi per la salute mentale.
Alcune azioni suggerite:
– Spostare il luogo della cura mentale dagli ospedali a “lunga permanenza” verso setting che forniscano interventi evidence-based, che permettano permanenze brevi, che forniscano servizi di cura tipo day hospital, permettendo ai malati di mente di vivere nelle loro famiglie o comunità.
– Servizi di cura integrati e responsivi: creare servizi di cura orientati al recupero, fornire informazioni ai pazienti su cause/conseguenze/opzioni di trattamento, assicurare la disponibilità di medicinali di base per la salute mentale, migliorare la salute mentale dei figli di genitori con gravi malattie, fornire servizi a bambini/adulti esposti a eventi di vita avversi.
– La salute nelle situazioni di emergenza: includere la salute mentale e il supporto psicologico nella preparazione delle figure che si occupano di emergenze.
– Sviluppo delle risorse umane: creare capacità e conoscenze negli operatori della salute mentale.
3- Implementare strategie per promuovere e prevenire la salute mentale.
Un’attenzione particolare va data ai primi stadi di vita: il 50% dei disturbi mentali esordisce prima dei 14 anni.
Target:
– 80% dei Paesi avranno almeno 2 programmi nazionali di promozione e prevenzione nella salute mentale.
– Ridurre i tassi di suicidio del 20%
Azioni suggerite:
– Aumentare la conoscenza/informazione sulla salute mentale; includere la salute emotiva e mentale come parte dei servizi prenatali e post nascita; fornire programmi per la prima infanzia focalizzati sullo sviluppo cognitivo, senso motorio, psicosociale, e sulla relazione genitori-bambino; ridurre l’esposizione all’uso dell’alcol; prevenire la violenza domestica; proteggere i bambini dall’abuso attraverso il rinforzo dei network e sistemi nella comunità.
– Prevenzione del suicidio: ridurre l’accesso a mezzi potenziali, quali le armi o pesticidi; sensibilizzare i mezzi di comunicazione, promuovere iniziative sul posto di lavoro per la prevenzione del suicidio.
4- Rafforzare i sistemi informativi, l’evidenza scientifica e la ricerca nel campo della salute mentale.
Sono fondamentali le informazioni epidemiologiche sulla prevalenza della malattia mentale, gli aspetti politici e legislativi, dati di out come, dati socio economici; tutti i dati vanno stratificati per età e sesso e devono riflettere le sottopopolazioni.
Target:
– 80% dei paesi raccoglieranno dati e indicatori legati alla salute mentale ogni 2 anni.
Azioni proposte:
– Per quanti riguarda i sistemi informativi: creare un sistema di “sorveglianza” per la salute mentale e il monitoraggio del suicidio.
– Ricerca: dovrebbe essere effettuata in contesti differenti, sulla comprensione e espressione della malattia mentale, fattori protettivi e dannosi, così come sull’efficacia degli interventi.
– Promuovere alti standard etici nella ricerca della salute mentale, assicurandosi che ci sia consenso informato, che non ci siano remunerazioni in cambio, che siano approvate dai comitati etici.