Come qualsiasi altro tipo di tumore, anche quello del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste quest’organo.
Molte sono le cause che concorrono a determinare la malattia:
- Età: il tumore è piuttosto raro prima dei 40 anni e diventa più frequente dopo i 60, raggiungendo picchi massimi verso l’ottava decade.
- Familiarità: si stima che il rischio di sviluppare un tumore del colon aumenti di due/tre volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino.
- Ereditarietà: presenza nella famiglia di origine di malattie che predispongono alla formazione di tumori intestinali, come le poliposi adenomatose ereditarie (adenomatosi poliposa familiare, la sindrome di Gardner e di Turcot) e la carcinosi ereditaria del colon-retto su base non poliposica (detta anche sindrome di Lynch).
- Malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn).
- Obesità: è stato dimostrato un incremento di rischio del 15% nelle persone in sovrappeso e del 33% nei soggetti obesi.
- Fumo: molti studi hanno evidenziato che questo tumore compare più precocemente nei fumatori e in particolare nei forti fumatori, documentando che il fumo di sigaretta ha un effetto determinante sullo sviluppo dei polipi adenomatosi e del tumore vero e proprio.
- Alimentazione scorretta: molti studi dimostrano che una dieta ad alto contenuto di calorie, ricca di grassi animali e povera di fibre, è associata a un aumento del rischio di tumore intestinale (viceversa, diete ricche di fibre caratterizzate da un alto consumo di frutta e vegetali, sembrano avere un ruolo protettivo).
Per quanto riguarda i sintomi, campanello d’allarme è la perdita di sangue con le feci. È possibile che, specie per la sede colica, possa manifestarsi con uno stato occlusivo intestinale o, per quello a sede rettale, con un frequente e insoddisfacente stimolo alla defecazione. A malattia avanzata i sintomi e/o i segni possono essere rappresentati da sanguinamenti importanti di colore rosso visibili ad occhio nudo, feci nere, dolore addominale e rettale, alterazioni dell’alvo, sideropenia (cali importanti di ferro), calo ponderale, massa addominale, occlusione intestinale (10-15% dei casi), fino ad arrivare alla perforazione (2-5%).
Nel caso del tumore del colon-retto, lo screening è volto a identificare una possibile lesione tumorale in fase iniziale: quanto la diagnosi è più precoce, tanto più probabile sarà riuscire a modificare la storia naturale della malattia attraverso un trattamento efficace e conservativo.
Lo screening è realizzato tramite la ricerca del sangue nelle feci. Come per ogni screening è importante ripetere il test ogni volta a intervalli stabiliti. È un test di facile esecuzione, poco costoso e caratterizzato da un’elevata sensibilità e specificità.
Nel caso di test positivo è necessario procedere con un approfondimento clinico (volto all’individuazione di eventuali masse attraverso la palpazione dell’addome e l’esplorazione rettale) e strumentale. Tra le indagini strumentali, l’esame più specifico è la colonscopia che, grazie alla possibilità di eseguire nella medesima seduta una biopsia, consente di procedere subito con l’esame istologico.
La terapia di scelta è la chirurgia.