Giornata mondiale dell’obesità, pubblicati su The Lancet i dati globali di tendenza dal 1975 al 2016

17 Ott 2017
Giornata mondiale dell’obesità, pubblicati su The Lancet i dati globali di tendenza dal 1975 al 2016

Secondo uno studio svolto dall’Imperial College di Londra in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il numero globale di obesi tra 5 e 19 anni è decuplicato negli ultimi 40 anni. E se la tendenza continuerà, nel 2022 la quota di bambini e adolescenti obesi supererà quella dei sottopeso. L’articolo, pubblicato su The Lancet in occasione della giornata mondiale dell’obesità, ha analizzato peso e altezza di circa 130 milioni di individui con più di 5 anni, dei quali poco più di 31 milioni tra 5 e 19 anni, e 97 milioni di oltre 20 anni. «Numeri che ne fanno il più grande studio epidemiologico mai condotto per numero di partecipanti» afferma l’autore principale Majid Ezzati, professore alla Scuola di salute pubblica dell’Imperial College, precisando che oltre mille ricercatori hanno contribuito al trial, che aveva l’obiettivo di registrare le variazioni dell’indice di massa corporea dal 1975 al 2016.

E i risultati indicano che nel periodo di osservazione l’obesità mondiale nei bambini e negli adolescenti è aumentata da meno dell’1% nel 1975 a quasi il 6% nelle ragazze e l’8% nei ragazzi. E nel medesimo periodo gli adulti obesi sono saliti da 100 milioni nel 1975 a 671 milioni nel 2016, con l’aumento maggiore osservato in Asia Orientale, nei paesi di lingua inglese ad alto reddito (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda e Regno Unito), in Medio oriente e in Nord Africa. Fiona Bull, coordinatrice del programma di sorveglianza e prevenzione delle malattie non trasmissibili all’Oms, aggiunge: «Anche alla luce di questi dati l’Oms sta pubblicando un riepilogo del piano di implementazione per eliminare l’obesità infantile, l’Ending Childhood Obesity (Echo) Implementation Plan, che offre ai paesi del mondo indicazioni chiare su come frenare l’obesità infantile e adolescenziale». E in un editoriale di commento William Dietz, del Milken Institute School of Public Health, alla George Washington University, conclude: «La preoccupazione circa la morbilità e i costi del diabete di tipo 2 e la sua associazione con l’obesità sono motivi convincenti per investire in prevenzione, il cui successo dipende dagli sforzi sostenibili per affrontare a livello nazionale e globale i fattori di rischio di questa condizione ormai diventata epidemica».

The Lancet 2017. Doi: 10.1016/S0140-6736(17)32129-3 http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(17)32129-3/fulltext

The Lancet 2017. Doi: 10.1016/S0140-6736(17)32479-0 http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(17)32479-0/fulltext

 

Da Doctor33

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