Gravidanza. L’olio di pesce riduce rischio asma per il nascituro

4 Gen 2017

Un supplemento di olio di pesce nella dieta delle donne in gravidanza, sotto forma di integratore, può ridurre di oltre il 30 per cento l’incidenza di casi di asma o respiro sibilante nel nascituro. Tutto questo grazie a due acidi: l’eicosapentaenoico (EPA) e il docosaesainoico (DHA).

(Reuters Health) – Gli integratori a base di olio di pesce, se assunti negli ultimi tre mesi di gravidanza, sono in grado di ridurre i fenomeni di asma o respiro sibilante persistente nel nascituro. È quanto emerge da uno studio danese che ha coinvolto 695 donne in stato interessante e che è stato pubblicato dal New England Journal of Medicine.

Gli integratori hanno abbassato il rischio dal 23,7% nelle madri del gruppo trattato con placebo – 2,4 grammi di olio d’oliva al giorno – al 16,9% nelle donne che hanno assunto le capsule di olio di pesce. Si tratta di una riduzione pari al 30,7%, se proiettata ai primi tre anni di vita. Ne hanno beneficiato particolarmente i bimbi nati da madri che – prima dell’inizio dello studio – avevano assunto livelli ridotti dei due ingredienti principali dell’olio di pesce, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e quello docosaesainoico (DHA). Nello studio, infatti, tra i figli delle donne con bassi livelli di EPA e DHA, il tasso di asma e respiro sibilante registrato si è attestato al 17,5% – se le mamme avevano successivamente assunto olio di pesce – e al 34,4% nel gruppo del placebo. L’integrazione di olio di pesce ha anche ridotto il rischio di infezioni delle vie respiratorie, con il tasso che è sceso dal 39,1% nel gruppo placebo al 31,7% del gruppo che aveva assunto olio di pesce.
Fonte: New England Journal of Medicine 2016

Gene Emery

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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