Medicina di genere, nel Ddl Sanità previsto emendamento per diffonderla

25 Mag 2017

 

Medicina di genere, nel Ddl Sanità previsto emendamento per diffonderla

Prevedere un piano volto alla diffusione della medicina di genere attraverso «divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie inerenti la ricerca, la prevenzione, la diagnosi e la cura basate sulle differenze derivanti dal sesso e dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) in modo omogeneo sul territorio nazionale». Lo prevede un emendamento Pd, a prima firma Paola Boldrini, presentato in commissione Affari sociali alla Camera al Ddl Sanità, che contiene anche misure per la sperimentazione dei farmaci.

L’emendamento contiene una delega al ministero della Salute che dovrà prevedere: orientamento, a livello nazionale, attento alle differenze di sesso e di genere nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura, prevedendo un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane, al fine di garantire l’appropriatezza delle cure; promozione e sostegno della ricerca biomedica, farmacologica e psico-sociale basata sulle differenze di sesso e di genere; promozione e sostegno dell’insegnamento della medicina di genere garantendo adeguati livelli di formazione e di aggiornamento del personale medico e sanitario; promozione e sostegno dell’informazione pubblica sulla salute e sulla gestione delle malattie in un’ottica di differenza di sesso e di genere. Previsti, inoltre, tra gli obiettivi del Patto per la salute la promozione e il sostegno alla medicina di genere siano inseriti: progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica selezionati tramite l’indizione di bandi nazionali, finanziati dallo Stato; progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica, sottoposti alla valutazione dei comitati etici per la ricerca regionali e locali; l’adozione di linee guida attente alle differenze per sesso e genere per la pratica clinica delle diverse patologie; l’adozione da parte delle aziende sanitarie locali e ospedaliere di obiettivi divulgativi, formativi e clinici di medicina di genere, rivolto ai dipendenti e alla popolazione; la sensibilizzazione delle riviste scientifiche ai fini dell’accreditamento di pubblicazioni attente ai determinanti sesso e genere.

Previsto anche un Piano formativo nazionale per la medicina di genere per «garantire la conoscenza e l’applicazione dell’orientamento alle differenze sessuali e di genere nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura. Tali corsi – si legge – sono attivati in tutte le classi dei corsi di laurea delle professioni sanitarie e sono recepiti nei piani formativi delle aziende sanitarie con requisiti per l’accreditamento nell’educazione continua in medicina».

Da Doctor33

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