Melanoma uveale: nelle pieghe dell’iride i geni che aumentano il rischio di questo tumore

23 Ago 2016

Questi geni, oltre a determinare il colore degli occhi, conferiscono un aumentato rischio di sviluppare questa rara forma di melanoma. Per la prima volta, grazie ad una ricerca condotta in America, sono stati individuati 5 geni ‘a rischio’. E’ l’inizio di un nuovo filone di ricerca che avrà importanti ricadute nella prevenzione e nella diagnosi precoce del melanoma uveale, e che potrebbe portare a terapie mirate per i pazienti a rischio.

E’ una delle forme più rare di melanoma e si sviluppa a partire dalle cellule che determinano il colore degli occhi. Negli USA si registrano circa 2.500 nuovi casi l’anno di melanoma uveale, il più frequente tumore intraoculare primitivo nell’adulto. E adesso una nuova ricerca correla questa forma tumorale a specifiche alterazioni genetiche.

Studi epidemiologici avevano già in passato evidenziato che questa forma di melanoma è più comune nella razza caucasica e nei soggetti con gli occhi chiari, senza però arrivare ad individuare il substrato genetico di questa predisposizione.

Un nuovo studio, pubblicato su Scientific Reports da studiosi dell’Università dell’Ohio e della NYU School of Medicine rivela per la prima volta l’esistenza di una forte associazione tra i geni determinanti il colore degli occhi e la comparsa di melanoma uveale.

“Si tratta di una scoperta di grande importanza – commenta il genetista Mohamed Abdel-Rahman, dell’Ohio State University Comprehensive Cancer Center – che indirizzerà future linee di ricerca, volte ad esplorare le interazioni tra questi geni della pigmentazione e altri fattori di rischio genetici e ambientali nell’ambito dei tumori non correlati con l’esposizione al sole, come ad esempio il melanoma oculare. Questo potrebbe portare ad una rivoluzione in questo campo”.

Al contrario di altri tumori solidi, scarso è stato finora il progresso fatto nella comprensione del ruolo dei fattori di rischio genetici nello sviluppo del melanoma uveale e questo è riconducibile soprattutto all’assenza di dati genetici completi vista la rarità di questa forma tumorale. Gli autori di questo studio hanno esaminato campioni provenienti da oltre 270 pazienti con melanoma uveale, la maggior parte dei quali trattati in Ohio.

Alla luce della nota correlazione clinica tra melanoma oculare e forme cutanee (il cui rischio genetico è stato abbondantemente esplorato in studi precedenti), i ricercatori americani hanno cercato di appurare la presenza di fattori genetici comuni condivisi tra questi due tipi di melanoma. A questo scopo sono state esaminate 28 mutazioni genetiche ereditarie già correlate al melanoma cutaneo, per valutare l’eventuale conferimento di un rischio aumentato anche per le forme uveali. L’analisi GWAS ha rivelato che 5 di queste mutazioni risultavano associate in maniera significativa con il rischio di melanoma uveale e che le 3 più significative (rs12913832, rs1129038, rs916977) erano localizzate nella regione genetica (15q12 in regione HERC2/OCA2, ) che determina il colore degli occhi.

“Si è sempre ritenuto che la suscettibilità genetica al melanoma uveale fosse confinata ad un piccolo gruppo di pazienti con storia familiare per questa neoplasia. I nostri dati – afferma Tomas Kirchhoff, del Perlmutter Cancer Center presso la NYU School of Medicine – dimostrano la presenza di nuovi fattori di rischio genetici associati a questa patologia in una popolazione generale di pazienti con melanoma uveale. E per la prima volta questi dati dimostrano la presenza di una suscettibilità genetica comune ad entrambe le forme di melanoma, quello oculare e quello cutaneo, mediata dai geni che determinano il colore degli occhi. Questa scoperta può avere ricadute dirette nella comprensione dei meccanismi molecolari alla base di entrambe le patologie”.

Secondo i ricercatori americani questa scoperta porterà alla formazione di grandi consorzi nazionali e internazionali finalizzati a condurre analisi sistematiche e complete dei dati genomici ereditari all’interno di vaste coorti di pazienti con melanoma uveale.

Questa forma di collaborazione sarà  – secondo gli autori che sperano di ricevere cospicui finanziamenti federali – di importanza critica anche per individuare ulteriori fattori di rischio genetici che potrebbero essere specifici del melanoma uveale. Questo avrebbe ricadute importanti non solo in ambito di prevenzione e di diagnosi precoce, ma potenzialmente anche nella messa a punto terapie mirate nei pazienti a rischio.

Da QS

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