Screening per il tumore al seno: la Uspstf aggiorna le raccomandazioni

26 Gen 2016

Gli esperti della U.S. Preventive Services Task Force (Uspstf) hanno recentemente pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine le nuove raccomandazioni sullo screening per il tumore del seno, oggi basato in particolare sulla mammografia. «Il documento aggiorna la precedente versione del 2009 e fornisce raccomandazioni ottenute dopo la revisione delle prove scientifiche e cliniche su questo tema tanto dibattuto» spiega Albert Siu della Mount Sinai School of Medicine di New York e primo autore dell’articolo, precisando che il compito della Task Force è fornire raccomandazioni sull’efficacia di specifiche strategie di prevenzione per persone senza segni o sintomi di malattia. Dopo aver analizzato con attenzione tutti i dati disponibili, gli esperti sono giunti alle raccomandazioni da poco pubblicate, rivolte alle donne con rischio intermedio di malattia e non a quelle che sono state definite ad alto rischio.

Ecco, in estrema sintesi, le nuove raccomandazioni:
1) la mammografia biennale è raccomandata per le donne tra i 50 e i 74 anni;
2) l’inizio dello screening prima dei 50 anni deve essere modulato su ogni singola paziente in base alle sue preferenze;
3) per le donne oltre i 75 anni non ci sono dati sufficienti per valutare rischi e benefici dello screening;
4) non ci sono dati sufficienti per valutare rischi e benefici dell’aggiunta di tomografia alla mammografia tradizionale
5) per le donne con il seno particolarmente denso dal punto di vista radiologico non ci sono prove sufficienti per valutare rischi e benefici dell’aggiunta di ecografia, risonanza magnetica o tomografia allo screening mammografico.

«Nelle loro scelte, i medici devono tenere in considerazione le informazioni e le evidenze cliniche disponibili, ma la decisione finale deve essere sempre personalizzata e modulata in base alla paziente e alla situazione con le quali ci si confronta» spiegano gli esperti Uspstf. E concludono: «Non possiamo trascurare il fatto che le decisioni cliniche coinvolgono molti altri fattori oltre ai dati derivati dalla letteratura medico-scientifica, così come le istituzioni basano le proprie scelte in campo sanitario su numerose considerazioni oltre a quelle relative a benefici e rischi clinici».

Ann Intern Med. 2016. doi: 10.7326/M15-2886
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26757170

Da Doctor33

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