Unicef-Oms. Per l’allattamento al seno nessun Paese soddisfa ancora gli standard. Con livelli del 50% per i neonati fino a sei mesi, evitabili 520mila morti e risparmi in costi sanitari e sociali per 300 miliardi di dollari. Ecco il piano

2 Ago 2017

Una nuova analisi dimostra che un investimento annuo di soli 4,70 dollari per neonato basterebbe per aumentare il tasso globale dell’allattamento al seno esclusivo tra i bambini al di sotto dei sei mesi del 50% entro il 2025. Il raggiungimento di questo obiettivo potrebbe salvare la vita di 520.000 bambini sotto i cinque anni e potenzialmente generare 300 miliardi di dollari di risparmi in 10 anni. L’ANALISI UNICEF OMS.

L’allattamento al seno non decolla secondo le indicazioni Oms: nessun paese del mondo soddisfa pienamente gli standard raccomandati secondo una nuova relazione UNICEF-OMS in collaborazione con la Global Breastfeeding Collective, una nuova iniziativa per aumentare i tassi di allattamento globali.

La Global Scorecard per l’allattamento al seno che ha valutato 194 nazioni e  ha scoperto che solo il 40% dei bambini di età inferiore ai sei mesi sono allattati esclusivamente al seno (solo latte materno) e solo 23 paesi hanno tassi al di sopra del 60 per cento.

L’evidenza dimostra che l’allattamento al seno ha effetti positivi  di salute per i neonati e le loro madri. È particolarmente importante durante i primi sei mesi di vita per aiutare a prevenire la diarrea e la polmonite, due principali cause di morte nei neonati. Le madri che allattano hanno un rischio ridotto di cancro ovarico e della mammella, due tra le cause principali di morte tra le donne.
“L’allattamento al seno offre ai bambini il miglior inizio possibile nella vita – ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Oms -. Il latte materno funziona come il primo vaccino di un bambino, protegge i neonati dalle malattie potenzialmente letali e dà loro tutto il nutrimento necessario per sopravvivere e prosperare”.

Una nuova analisi che dimostra che un investimento annuo di soli 4,70 dollari per neonato è necessario per aumentare il tasso globale dell’allattamento al seno esclusivo tra i bambini al di sotto dei sei mesi del 50% entro il 2025.
Il raggiungimento di questo obiettivo potrebbe salvare la vita di 520.000 bambini sotto i cinque anni e potenzialmente generare 300 miliardi di dollari in guadagni in 10 anni, a seguito di una riduzione della malattia e di  costi di assistenza sanitaria minori e maggiore produttività.
“L’allattamento al seno è uno degli investimenti più efficaci e convenienti per la salute dei più piccoli e per la salute futura delle loro economie e della società”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Unicef Anthony Lake. “Non avendo investito nell’allattamento al seno – ha proseguito –  stiamo fallendo e le madri e i loro bambini pagano un doppio prezzo: in vite perdute e in occasioni perse”.
In cinque delle più grandi economie emergenti al mondo – Cina, India, Indonesia, Messico e Nigeria – la mancanza di investimenti in allattamento provoca circa 236.000 decessi per ogni anno e 119 miliardi di dollari in perdite economiche.

Globalmente, l’investimento nell’allattamento al seno è troppo basso.  Ogni anno, i governi dei paesi a basso e medio reddito spendono circa 250 milioni di dollari per promuovere l’allattamento al seno e altri 85 milioni arrivano da donatori esterni ai governi.
La Global Breastfeeding Collective invita i paesi a:
· aumentare i finanziamenti per aumentare i tassi di allattamento sin dalla nascita per due anni;
· applicare il Codice internazionale di marketing pr i sostituti dell’allattamento al seno e le relative risoluzioni dell’Assemblea mondiale della salute con forti misure legali e far monitorate il tutto indipendentemente da organizzazioni prive di conflitti di interesse:
· sviluppare politiche di allattamento sul posto di lavoro, basandosi sulle linee guida per la protezione della maternità dell’Organizzazione internazionale del lavoro come requisito minimo, incluse le disposizioni per il settore informale;
· implementare i dieci passi per l’allattamento al seno in strutture di maternità, incluse la mammella per i neonati malati e vulnerabili;
· migliorare l’accesso alle consulenze specializzate sull’allattamento al seno come parte di politiche e programmi di allattamento sull’allattamento al seno in strutture sanitarie;
· rafforzare i legami tra le strutture sanitarie e le comunità e incoraggiare le reti comunitarie che proteggono, promuovono e sostengono l’allattamento al seno;
· rafforzare i sistemi di monitoraggio che seguono l’avanzamento delle politiche, dei programmi e dei finanziamenti per raggiungere obiettivi nazionali e globali in materia di allattamento al seno.

L’allattamento al seno è fondamentale per il raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Migliora la nutrizione (SDG2), impedisce la mortalità infantile e diminuisce il rischio di malattie non trasmissibili (SDG3) e supporta lo sviluppo e l’istruzione cognitiva (SDG4). 
L’allattamento al seno è anche un fattore che consente di porre fine alla povertà, promuovere la crescita economica e ridurre le disuguaglianze.

La Scorecard raccoglie dati provenienti da paesi di tutto il mondo sullo stato di sette priorità stabilite dalla Global Breastfeeding Collective per aumentare il tasso di allattamento al seno.
I 23 Paesi che hanno raggiunto tassi di allattamento esclusivo al di sopra del 60% sono Bolivia, Burundi, Cabo Verde, Cambogia, Repubblica popolare democratica di Corea, Eritrea, Kenya, Kiribati, Lesotho, Malawi, Micronesia, Stati federati di Nauru, Nepal, Perù , Ruanda, São Tomé e Príncipe, Isole Salomone, Sri Lanka, Svezia, Timor Leste, Uganda, Vanuatu e Zambia.

QS

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