Alzheimer. Nascerà a Monza il primo Villaggio su misura per persone malate

29 Nov 2017

Una piccola città dove troveranno spazio otto palazzine, un negozio, una parrucchiera, una chiesa e che, nelle intenzioni della la cooperativa sociale “La Meridiana”, consentirà alle persone colpite dal morbo di risiedere in un posto su misura, conquistando una qualità di vita migliore. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, annuncia: “Il progetto avrà il sostegno della Regione”.

“Regione Lombardia sosterrà il primo villaggio italiano sperimentale per persone affette da Alzheimer, che la cooperativa sociale ‘La Meridiana’ sta ultimando di realizzare a Monza. Una piccola città, dove trovano posto otto palazzine, un negozio, una parrucchiera, una chiesa, che consentirà alle persone colpite da questo terribile morbo che vi risiederanno, una qualità di vita migliore”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera nel corso del sopralluogo, ieri pomeriggio, insieme al vice presidente e assessore regionale alla Casa, Housing sociale, Expo e Internazionalizzazione delle imprese Fabrizio Sala, al cantiere del Villaggio Alzheimer, a Monza.

“Il paese ritrovato sarà il primo centro in Italia per la cura dei malati di Alzheimer – ha evidenziato il vice presidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala – , un progetto assolutamente innovativo e lungimirante promosso dalla Cooperativa La Meridiana di Monza. Si tratta di un esempio di efficienza che Regione Lombardia vuole sostenere e valorizzare con un accordo a cui stiamo lavorando. Questo centro racchiude anche la grande attenzione dei privati e delle associazioni nel supportare iniziative legate al sociale e ai bisogni della comunità, un segno che rappresenta a pieno lo spirito di generosità della Brianza”.

Gallera ha quindi spiegato che la Regione introdurrà il sostegno a questo progetto innovativo “e ad altri, sempre dedicati a pazienti affetti da demenze, all’interno della delibera delle Regole di Sistema. Pensiamo, infatti, che questa piccola cittadella possa costituire un modello a cui ispirarsi per trovare nuove strade che consentano ai malati di mantenere il più a lungo possibile la propria autonomia, in un contesto protetto”.

Da QS

 

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