Caregiver e badanti. Quasi la metà assiste una persone con Alzheimer

19 Feb 2016

Uno studio americano, pubblicato ieri su JAMA Internal Medicine online, ha evidenziato che il 46% di caregiver e badanti offre aiuto a una persona con Alzheimer o altra malattia neurodegenerativa.Gli assistenti hanno il 79% di possibilità di sviluppare difficoltà emotive ed economiche.

(Reuters Health) – Per valutare la quantità che gli assistenti sanitari forniscono ai loro cari anziani che vivono in comunità, Jennifer Wolff e colleghi, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, hanno analizzato i dati provenienti da due sondaggi del 2011 abbinati tra 1.739 assistenti sanitari con 1.171 adulti anziani negli Stati Uniti. Sulla base di queste indagini, i ricercatori hanno stimato che 6,5 milioni di assistenti familiari hanno fornito cure gratuite con un’assistenza sostanziale che prevedeva esigenze mediche, 4,4 milioni hanno offerto un aiuto, a fronte di 3,8 milioni che non si occupavano di assistenza sanitaria. Quasi la metà degli assistenti sanitari intervistati (46% circa) ha assistito una persona anziana con la malattia di Alzheimer o con una demenza. Un altro 34% ha assistito una persona cara con una grave disabilità, Inoltre, circa la metà degli assistenti familiari forniva un aiuto sostanziale con prestazioni mediche e ha trascorso circa 28 ore a settimana ad assistere i propri cari.

Le ripercussioni psicologiche di chi assiste
Questi stessi assistenti sanitari volontari che offrivano prestazioni mediche, rispetto a chi non le offriva, hanno mostrato il 79% in più di probabilità di avere una difficoltà emotiva e il doppio di probabilità in più di avere essi stessi dei problemi, nonché di difficoltà finanziarie. Inoltre mostravano una probabilità moltiplicata di 5 volte di abbandonare importanti attività nella loro vita e più di tre volte in più della probabilità di evidenziare una perdita di produttività sul posto di lavoro. Ad esempio, il 20% di questi era assenti dal lavoro almeno una volta.

I commenti
Lo studio ha dei limiti, secondo gli autori, tra i quali l’impossibilità di dimostrare una relazione causa/effetto tra il tipo di assistenza fornita e i disagi sopportati dagli operatori sanitari stessi. Inoltre le misure del tipo di assistenza offerta erano limitate.“Comunque, questi risultati si aggiungono ad un crescente corpo di evidenze sui frangenti fisici, emotivi e finanziari che incontrano gli assistenti di famiglia (badanti) perché dedicano gran parte del loro tempo per assistere i propri cari anziani”, ha commentato Carol Levine, del United Hospital Fund di New York.

Fonte: JAMA Internal Medicine online

Da Quotidiano Sanità

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