Donne e tumori, Aiom: “Guarigione nel 63% dei casi. Ma la prevenzione è ancora scarsa”

21 Apr 2017

Le donne che si ammalano di tumore guariscono sempre di più. Ma accanto a questa buona notizia ci sono dei dati preoccuapante: nel 2015 solo il 55% ha eseguito la mammografia e il 39,8% il Pap-test Carcinoma. In più, il cancro al polmone è sempre più rosa, con un aumento del 34% di casi in 13 anni. A delineare la situazione è stata l’Associazione Italiana di Oncologia Medica in occasione della Seconda Giornata Nazionale della Salute della Donna, promossa dal Ministero della Salute in programma domani. 

Più di sei donne su 10 riescono a sconfiggere il cancro. Una percentuale pari al 63% che potrebbe raggiungere vette ben più alte se solo le signore si abituassero alla prevenzione. Sono troppo poche, infatti, le persone che si sottopongono abitualmente agli screening anti-tumore. In una delle neoplasie femminili più frequenti, quella del seno, questi tassi di successo raggiungono l’85%.

Nel 2016 i tumori hanno colpito 176.200 italiane e oggi 1 milione e 700 mila donne vivono dopo la diagnosi.  A diffondere questi dati è l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che aderisce alla ,Seconda Giornata Nazionale della Salute della Donna, promossa dal Ministero della Salute e in programma domani.

Prevenzione: Regione che vai, adesione che trovi
“Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per affrontare la malattia ma è essenziale migliorare l’adesione agli screening anti-cancro – ha spiegato Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – Nel 2015 sono state invitate circa 1 milione e 728 mila italiane a eseguire la mammografia, fondamentale per individuare il tumore del seno in fase precoce, ma solo il 55% ha aderito. Preoccupa in particolare la differenza fra Nord (63%), Centro (56%) e Sud (36%). Ancora insufficiente anche l’adesione al Pap-test per l’individuazione del tumore della cervice uterina, uno dei più frequenti nelle giovani donne (under 50), al quinto posto con 2.300 nuove diagnosi stimate nel 2016 in Italia”.

Nel 2015 sono state invitate a eseguire l’esame poco più di 1 milione e 624mila donne, ma ha aderito solo il 39,8%. Per la prima volta dal triennio 2008-2010 l’adesione è scesa, seppure di poco, sotto il 40%. Alcuni programmi di screening hanno sostituito il Pap-test con il test HPV (Human Papilloma Virus) a seguito della pubblicazione delle raccomandazioni del Ministero della Salute nel Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012. Numerosi studi infatti hanno evidenziato una maggiore sensibilità del test HPV nell’individuazione di lesioni tumorali rispetto al Pap-test.

 L’Italia un esempio europeo

“Il nostro Paese, primo in Europa insieme all’Olanda, ha deciso di innovare questo programma di prevenzione dando indicazione ai decisori regionali di spostarsi verso l’HPV come test primario dello screening cervicale – ha continuato Pinto -. È un cambiamento che sta progressivamente prendendo piede: nel 2015, 49 programmi di screening hanno utilizzato la ricerca del Dna di tipi ‘ad alto rischio’ di papillomavirus umano come test primario di screening. La proporzione di donne invitate allo screening con questo esame è ora del 16%, quasi doppia rispetto al 2012. L’adesione è stata del 50,1%, superiore a quella generale all’invito allo screening”.

I tumori più frequenti nelle donne
Sono quello della mammella (30%), colon-retto (13%), polmone (6%), tiroide (5%) e corpo dell’utero (5%). “Il vizio del fumo è sempre più al femminile – ha concluso Pinto -. Anche se questa abitudine è più diffusa negli uomini (33%), va comunque evidenziato che, nel complesso, il 23% delle italiane è fumatore abituale. Un dato inquietante che indica la necessità di intraprendere azioni ad ampio spettro di contrasto al tabagismo. Infatti tra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne”.

 

Da QS

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