Frutta e verdura proteggono il cuore anche dopo 20 anni

6 Nov 2015

Mangiare più frutta e verdura da giovani protegge dopo vent’anni dalle malattie cardiache mettendo al riparo le coronarie dall’aterosclerosi, secondo uno studio pubblicato su Circulation da cui emerge una significativa riduzione delle calcificazioni coronariche misurate nel ventennio successivo tra i giovani consumatori di frutta e verdura. «Le calcificazioni coronariche possono essere evidenziate con una Tc per rilevare presenza e quantità di aterosclerosi» esordisce Michael Miedema, cardiologo presso l’Heart Institute di Minneapolis, Minnesota e coautore dell’articolo. I ricercatori hanno suddiviso i 2.506 partecipanti allo studio in tre gruppi in base al loro consumo giornaliero di frutta e verdura. «Chi ne mangiava di più erano le donne con una media di quasi nove porzioni e gli uomini con più di sette porzioni al giorno, mentre in fondo alla lista c’erano donne e uomini con medie rispettive di 3,3 e 2,6 porzioni» scrivono gli autori, precisando che i calcoli sono stati fatti su una dieta standard di 2.000 chilocalorie al giorno. E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto che chi mangiava più frutta e verdura all’inizio dello studio aveva il 26% di probabilità in meno di sviluppare placche calcifiche 20 anni dopo, rispetto a chi ne consumava meno. «Precedenti ricerche dimostrano uno stretto legame tra frutta, verdura e riduzione del rischio di cardiopatie tra gli adulti di mezza età, ma questo è il primo studio a esaminare se un maggiore consumo di frutta e verdura in giovane età possa migliorare a lungo termine la salute cardiovascolare» riprende il cardiologo, che assieme ai colleghi ha studiato i dati dei partecipanti al Coronary Artery Risk Development in Young Adults (Cardia), un trial iniziato nel 1985 e finanziato dal governo per monitorare lo stato di salute di giovani adulti di etnia caucasica e afro-americana. All’inizio del follow-up sono state registrate informazioni dettagliate sulla dieta e su altre variabili dello stile di vita e relative a fattori di rischio cardiovascolari, come il peso, i valori pressori, il fumo e gli alcolici. Vent’anni più tardi, i partecipanti sono stati sottoposti a una Tc per verificare l’accumulo di calcio nelle pareti delle coronarie, correlato con un rischio più elevato di attacchi di cuore e di altri eventi cardiovascolari. E in un editoriale di commento Alice Lichtenstein della Tufts University di Boston, osserva: «Questi risultati supportano iniziative di sanità pubblica volte ad aumentare il consumo frutta e verdura come parte di un modello alimentare sano».

Circulation 2015. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.114.012562 https://circ.ahajournals.org/content/early/2015/10/14/CIRCULATIONAHA.114.012562.abstract

Circulation 2015. doi:10.1161/CIRCULATIONAHA.115.019326 https://circ.ahajournals.org/content/early/2015/10/14/CIRCULATIONAHA.115.019326.abstract

L’articolo su Doctor33

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