Trento. Donne vittime di violenza, dalla Giunta due delibere per tutelarle

3 Nov 2015

Con il primo provvedimento si istituisce un gruppo di lavoro interdisciplinare per realizzare un modello provinciale innovativo di presa in carico delle donne che hanno subito violenza, mentre il secondo provvedimento dà vita al Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza.

Approvati dalla Giunta provinciale due dispositivi a tutela delle donne vittime di violenza, che portano la firma degli assessori alle Pari Opportunità e alla Salute, Sara Ferrari e Luca Zeni. Con la prima deliberazione si è costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare per realizzare un modello provinciale innovativo di presa in carico delle donne che hanno subito violenza, mentre con il secondo provvedimento si è costituito il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, previsto dalla legge provinciale 6/2010.

“Lavorare in rete – spiega in una nota l‘assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni – è il modo più efficace e tempestivo per dare risposta alle donne vittime di violenza. Lo dicono non solo i più importanti strumenti normativi a livello europeo, ma la stessa Risoluzione del Parlamento Europeo del 5 aprile 2011 che riconosce come nessun intervento singolo permette di eliminare la violenza di genere, ma solo un insieme di azioni potrà ridurre in modo significativo questo tipo di violenza e le sue conseguenze. L’adesione alle Linee guida per il contrasto alla violenza di genere, che abbiamo sottoscritto nel 2014, fra la Provincia, l’Azienda sanitaria, il Commissariato del Governo, il Consiglio delle Autonomie locali e la Procura della Repubblica si muove in questa direzione, sancendo l’importanza del lavoro in rete quale strumento strategico per costruire un percorso integrato contro la violenza alle donne fra i diversi attori”.
“Se il gruppo di lavoro interdisciplinare ci deve aiutare nell’adottare un approccio condiviso fra tutti i soggetti che si occupano di tutelare le donne che hanno subito violenza, il comitato ha invece in qualche modo il compito di affiancarci in quello che deve essere un impegno quotidiano – spiega l’assessore alle pari opportunità Sara Ferrari -. Per contrastare la violenza di genere, infatti, sono necessari unità di intenti, fattiva collaborazione e, soprattutto, formazione e informazione. La violenza sulle donne è ancora, troppo spesso, un fenomeno nascosto e possiamo farvi fronte solo attraverso una condivisione trasversale di tutti i soggetti coinvolti”.
Ecco i dettagli sui provvedimenti illustrati nella nota della Giunta provinciale.

Gruppo di lavoro interdisciplinare
Il compito del gruppo è propedeutico alla sperimentazione di un metodo innovativo di presa in carico delle donne, alla luce di una buona prassi anglosassone, proprio con l’obiettivo di migliorare l’azione provinciale a contrasto della violenza, dotandola di una maggiore efficacia, tempestività e sostenibilità. Una prima fase preparatoria vedrà la predisposizione di una scheda condivisa per la valutazione del rischio in modo uniforme da parte dei diversi operatori a cui la donna si rivolge in prima istanza, in modo da creare uno strumento snello e operativo, nonché di facile utilizzo. La seconda riguarderà la condivisione fra i soggetti del gruppo delle informazioni relative ai casi di violenza domestica e l’individuazione di una strategia di supporto e di protezione della vittima, nonché altre azioni di sostegno, fra cui l’aggiornamento delle prestazioni di assistenza aggiuntiva. La Giunta provinciale ha infatti integrato alcune prestazioni non ricomprese nei livelli essenziali di assistenza (LEA), proprio a garanzia di una completa e concreta presa in carico della donna, nei casi in cui gli esiti della violenza non si risolvano solo con l’intervento sanitario urgente.

Il gruppo è composto da:
•    Anna Maria Maggio, primo dirigente della Polizia di Stato, per la Questura, con funzioni di coordinamento;
•    Filomena Chilà, per il Commissariato del Governo;
•    ten. col. Giovanni Cuccurullo, per i Carabinieri;
•    commissario Serena Ferrari, per la Polizia locale;
•    Paola Maccani, per l’Apss;
•    Laura Castegnaro, per il Servizio provinciale politiche sociali;
•    Maria Rita Gervasi, per l’Ordine degli assistenti sociali;
•    Daniela Borra, in qualità di esperta della tematica.

Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza
Il Comitato, previsto dalla legge 6/2010, è un organismo tecnico di supporto del Comitato per la programmazione sociale, che rimane in carica per tutta la durata della legislatura.
Al Comitato fanno capo funzioni propositive e consultive, e in particolare ad esso spetta:
•    formulare proposte relative alla predisposizione del piano sociale provinciale, in relazione agli interventi previsti da questa legge;
•    favorire le buone pratiche per la tutela delle donne vittime di violenza;
•    promuovere lo sviluppo di una rete di collaborazione e di coordinamento tra gli enti e i soggetti che intervengono nei casi di violenza contro le donne;
•    elaborare un modello per la rilevazione dei dati e dei bisogni relativi al fenomeno della violenza contro le donne sul territorio provinciale;
•    collaborare alla strutturazione e implementazione del sistema informativo delle politiche sociali, in relazione al fenomeno della violenza contro le donne sul territorio provinciale;
•    individuare i casi e le modalità per l’accesso diretto ai servizi previsti da proporre alla Giunta provinciale;
•    informare la competente commissione permanente del Consiglio provinciale sullo stato di attuazione della legge 6/2010.

Vi fanno parte, fra gli altri: l’assessore alle pari opportunità e l’assessore alla salute e alle politiche sociali, i dirigenti provinciali delle strutture coinvolte, la consigliera di parità, i rappresentanti del Commissariato del Governo, della Polizia di Stato e Locale e dei Carabinieri, i referenti delle Associazioni e delle Cooperative che lavorano con le donne vittime di violenza, nonché l’ordine degli assistenti sociali.

L’articolo su Quotidiano Sanità

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